domenica 13 novembre 2016




IL DIRITTO DI ESSERE BAMBINI

Da  OLIVER   TWIST,  E  ROSSO  MALPELO  A
IQBAL  MASIH
Bambini   senza  paura
Allora  come  oggi. Molte cose non sono cambiate.
L’unico modo per far valere  i diritti è: leggerli, conoscerli, interpretarli e parlarne!!

               Dalla  Convenzione dei  diritti dei bambini:
art. 29Lo scopo della tua istruzione è di sviluppare  al meglio la tua personalità, i tuoi talenti e le tue capacità mentali e fisiche. L’istruzione deve prepararti a vivere in maniera responsabile e pacifica in una società libera, nel rispetto dei diritti degli altri…
art. 32. Hai il diritto di essere protetto dal lavorare in luoghi e condizioni che possono danneggiare la sua salute o impedire la tua istruzione.

              
                      
Con Charles Dickens in Inghilterra e  Giovanni Verga in Italia,  nella seconda metà dell’800 nasce il romanzo sociale per denunciare  piaghe molto forti come la crudeltà, la violenza, la fame e la mancanza di opportunità nei riguardi dei bambini.  Le violenze fisiche e morali ancora oggi sono più che mai diffuse anche nei paesi progrediti, come testimoniano tante cronache e articoli di giornale.

Non è necessario essere o credere di essere un super eroe per fare cose grandi.  Spesso basta semplicemente portare a termine con dedizione e impegno il proprio lavoro, superare le paure con grande forza d’animo e determinazione nell’agire, avere senso civico, volontà di vivere in armonia con la natura e con le persone, credere nell’amicizia perché  insieme ai veri amici è più facile diventare coraggiosi per affrontare un progetto, essere buoni  che significa anche essere giusti, essere furbi e orgogliosi.

Gran parte di queste qualità , di questi modi di agire e pensare  li troviamo splendidamente incarnati nei  due protagonisti dei romanzi dell’ottocento: l’intraprendente Oliwer Twist, fuggito dall’orfanatrofio vive per le strade di Londra cavandosela con piccoli furti e ruberie, vittima di un padrone che sfrutta le doti abili e intellettive dei bambini vaganti dei sobborghi londinesi; il coraggioso  Rosso Malpelo,” un brutto ceffo torvo, ringhioso e selvatico”. Un ragazzo solo, emarginato che si abitua a vivere in un deserto di affetti trovando un pò di conforto  nel  ricordo del  padre.  Sfruttato nella cava di “ rena rossa”, in una Sicilia tormentata dalla durezza delle condizioni di vita e di lavoro, Rosso Malpelo è un ragazzo che vive ai margini, che si presenta come " un brutto" per mascherare la sua tristezza, ma che tuttavia riesce a essere caritatevole e partecipe della sofferenza di chi sta peggio di lui.
Storie sempre attuali quella del piccolo Oliwer e di Rosso se pensiamo che oggi più di un milione di bambini lavora ancora nelle cave o si trova in altre situazioni lavorative di sfruttamento.
Non sono storie che appartengono solo al passato se pensiamo anche al piccolo Iqbal Masih, il bambino pakistano, che nei recenti anni novanta, da lavoratore schiavo, si è trasformato in un piccolo audace sindacalista ribellandosi  al suo padrone: per dodici ore , dall’età di 5 anni, lo teneva legato per  farlo lavorare al telaio.1rupia, 55 lire la sua paga, per morire a 12 anni ucciso da un colpo di fucile sparato da un assassino rimasto ignoto.

nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite.



I protagonisti del  romanzo di Dickens e di Verga,  sono diventati anche soggetto della sceneggiatura cinematografica,  strumento di comunicazione educativa e didattica  indispensabile  nella scuola:  il cinema narrativo ha un notevole valore come arte visiva ma anche come mezzo per far passare e fissare l’apprendimento attraverso le emozioni suscitando reazioni empatiche che consentono di ragionare sulla formazione di modelli, comportamenti atteggiamenti . I  film aiutano a riflettere su se stessi, sugli altri , porsi interrogativi, introdurre problemi e illustrare argomenti.
Conoscere attraverso la LETTURA E LA NARRAZIONE CINEMATOGRAFICA, è indispensabile oggi per denunciare lo sfruttamento dei bambini privati dei diritti primari, una piaga che può regredire con la consapevolezza di essere dinanzi a un problema dell’intera società
Gli anni sono trascorsi dai tempi di Oliwer , di Rosso Malpelo e un po’ meno dalla morte di Iqbal, e forse si avverte una maggior presa di coscienza nei riguardi di situazioni drammatiche  , tuttavia nel mondo sono ancora tantissimi i bambini che vengono sfruttati, costretti a lavorare tante ore al giorno in condizioni impensabili privati di ogni tipo di dignità e libertà, di ogni sorta di diritto. In  Asia impiegati nelle cave, nelle miniere, nei laboratori tessili e nelle aziende di giocattoli, in Africa sfruttati soprattutto nel settore agricolo, in Sud America impiegati nelle piantagioni, nelle miniere e nelle fabbriche di abbigliamento. In tutto il mondo lo sfruttamento minorile è illegale ma esiste.

lunedì 19 settembre 2016


In fondo tutti sono un po’ dislessici…Nel leggere le “parole” della vita tutti possiamo fare fatica. E allora occorre avere pazienza, ricominciare da capo, cercare attorno a noi chi e che cosa può aiutarci e non perdere la voglia di capire.
                                                          
“Le  parole giuste”  di Silvia Vecchini



"Costruiamo Insieme un Futuro di Diritti e Informazione"

(  DAL 4 AL 10  OTTOBRE  SETTIMANA  DELLA DISLESSIA)

LETTURA   E  DISLESSIA

A sei anni dall’approvazione della legge  ( 170 dell’ 0tto ottobre 2010) che ha sancito, per la prima volta in Italia, il diritto alle pari opportunità nell’istruzione per i ragazzi con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia,  l’ AID ( Assoc. Italiana Dislessia), promuove la prima edizione della Settimana Nazionale della Dislessia: 600 iniziative su tutto il territorio nazionale, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).
L’ AID ha fortemente voluto l’istituzione in Italia della Settimana Nazionale della Dislessia, per sensibilizzare il pubblico su un disturbo che è ancora per molti un tabù. Per questo motivo lo slogan questa prima edizione è "Costruiamo Insieme un Futuro di Diritti e Informazione".




Queste sono due pagine del libro 
“LE PAROLE GIUSTE” 
della scrittrice Silvia Vecchini , giovane autrice che da sempre si dedica alla letteratura per ragazzi. Questa volta, attraverso la parola scritta in questo bel racconto, ha voluto dare spazio a Emma, una ragazzina che si trova ad affrontare il difficilissimo problema della dislessia, un disturbo che in Italia colpisce circa il 4% dei ragazzi. 
Raccontare una storia, è prima di tutto, l’intenzione della Vecchini, una storia in cui la protagonista, dopo un percorso difficile, viene a sapere che le sue difficoltà dipendono dalla dislessia. Una presa di coscienza che all’inizio la colpisce nell’orgoglio ma poi sarà motivo di sollievo perché questo disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura e calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.
Conoscere il proprio problema per Emma vuol dire sapere cosa fare e credere di potercela fare. Ma nel libro non c’è solo questo. Emma, la protagonista, è colta in un momento di accerchiamento. Quando la incontriamo, sono tante le parole che le girano intorno e lei fatica a “leggerle” e a capire: le parole della malattia del padre, quelle dell’amicizia che sta cambiando, del primo amore che arriva..
                                   
Per chi soffre
 di dislessia 
ogni pagina 
sembra il testo 
qui a lato. 


Le bambine e i bambini dislessici hanno a che fare con un disturbo specifico dell’apprendimento che rende più difficile imparare a leggere e scrivere, tanto da poter condizionare negativamente il rendimento scolastico, e far sentire a disagio i piccoli scolari che non riescono a padroneggiare le lettere che affollano la pagina di un libro, di un quaderno o la lavagna. 
Ma non per questo si deve mettere in discussione la loro intelligenza. I bambini con dislessia, infatti, sono intelligenti, non hanno problemi neurologici e sensoriali (vista, udito), ma il loro cervello funziona un po’ diversamente, per cui hanno una ridotta capacità di percepire, distinguere e manipolare i suoni che compongono le parole e una grossa difficoltà nell’associare il suono alla lettera corrispondente. 
Oggi  le famiglie hanno a disposizione possibilità e strumenti diversi per aiutare i bambini: “Trattamenti logopedici,  interventi di stimolazione che possono essere effettuati presso centri e studi professionali o anche a domicilio, supervisionati a distanza da operatori specializzati,  fino ad arrivare a software sempre più sofisticati che alleggeriscono il carico e la fatica dei ragazzi nelle attività di lettura e scrittura”. 
Ben venga anche la lettura ad alta voce di  libri, storie, fiabe che propongano una serie di giochi per far  riflettere il bambino sul linguaggio in maniera ludica, a partire per esempio dagli anagrammi, smontando e ricomponendo parole.
  A SCUOLA
 è importante dunque adattare la didattica alle sue difficoltà di apprendimento, con l'adozione di strategie compensative o dispensative: per esempio  favorendo la lettura silenziosa, l’uso di un lettore o di libri "parlanti", e del computer per la scrittura.
Gli strumenti compensativi e dispensativi non devono  essere quindi recepiti come una terapia o, peggio ancora, come una triste necessità, ma come un'alternativa vera e propria alla costruzione di un'altra cultura e di un altro apprendimento. E' fondamentale, infatti, sostenere con decisione che non devono essere gli individui ad adattarsi ai tempi e ai modi della scuola e della società, ma che per ognuno possa e debba avvenire l'esatto contrario: apprendimento, formazione e comunicazione concepite e organizzate in modo tale che ogni individuo, a partire dall'infanzia, le possa far sue, armonizzandole con la propria diversità. 

giovedì 1 settembre 2016







Un nuovo anno scolastico sta per cominciare e con esso tante aspettative   da parte un po’ di tutti , bambini, insegnanti e genitori; ma ciò che conta più di ogni altro aspetto è la fiducia che va riposta nei grandi protagonisti di questa avventura che ogni anno si rinnova di idee, progetti e  conoscenze, con una cornice di ansie e paura, successi e vittorie:  I BAMBINI!!!
Come pensiero positivo e propositivo  mi piace ricordare questo di un grande FILOSOFO, SCRITTORE E MUSICISTA
L’ infanzia ha il proprio modo di vedere, pensare e sentire: non c’è niente di più insensato che pretendere di sostituirla con il nostro”
                                       Jean Jacques Rousseau


UN   AUGURIO   PER  QUESTO NUOVO ANNO SCOLASTICO
 LO VORREI FARE A TUTTI, BAMBINI, GENITORI E INSEGNANTI con queste belle letture di Alberto Pellai 




 
              

Queste letture di Alberto Pellai 

medico, psicoterapeuta dell'età evolutiva e ricercatore presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano, autore di molti volumi, tra cui alcune favole per bambini,  le propongo e le consiglio con l’augurio importante di poter acquisire una cultura delle emozioni, poichè senza di esse le nozioni non hanno alcun senso; con l’augurio di essere sempre liberi, di parlare, di scegliere, di amare e di avere tanti sogni in cui credere e realizzare; con l’augurio di non fermarvi mai all’apparenza delle cose ma di andare a fondo, fino alla radice. 


“Cerca invano chi vuole il ramo e dimentica la radice”    (Gandhi)

                                                                                                        
I bambini cominciano a costruire una propria immagine di sé sin dai primi anni di vita grazie anche all’atteggiamento e al comportamento che i grandi hanno nei loro confronti.Loro osservano tanto e reagiscono ai comportamenti di chi gli gravita intorno: spesso cercano l’approvazione anche solo con gli occhi e sono capaci di cogliere quando gli adulti sono contenti di loro  o meno. 
A noi  insegnanti, genitori, educatori, figure di riferimento,  è riservato  il compito fondamentale di aiutarli a far si che si sentano sempre adeguati  e accettati  e dovremmo lavorare unitariamente per sviluppare e potenziare  la loro autostima. 
In questo modo ci si auspica di contribuire a farli diventare adulti sereni  e perché no, anche brillanti. A questo unisco anche l’importanza di insegnare loro a non arrendersi e credere che gli ostacoli si possano superare,  non importa il tempo o la modalità ma la tenacia con cui si  sfidano.  La capacità e l’intelligenza  nel saper accettare consigli e aiuti, insieme alla motivazione a fare certe esperienze , diventa uno strumento indispensabile ed efficace per affrontarle   
               COSTRUIRE UNA POSITIVA IMMAGINE DI SE’.

Sono questi alcuni concetti affrontati in numerosi libri di Alberto Pella che
attraverso percorsi narrativi divertenti e una grafica accattivante, offrono  spunti di riflessione proprio su queste tematiche fondamentali per lo sviluppo di un bambino come il potenziamento dell’autostima, con  spunti interessanti  per far capire loro  che ciascuno è unico e speciale.
Affrontano con serenità  anche la  promozione dell’integrazione  attraverso  letture semplici  che guidano a valorizzare l’integrazione non come un percorso “dato”, bensì come un traguardo che deve essere raggiunto.
Sviluppano il tema della “multietnicità” con un particolare riguardo alla presentazione di diverse razze e caratteristiche ambientali e paesaggistiche, trattando in modo rispettoso e armonioso la fede religiosa diversa da quella cristiana.
Interessanti le collane che affrontano tutte le sfide quotidiane che i più piccoli devono affrontare nella vita di ogni giorno e aiuta grandi e piccini a trovare insieme la strategia migliore per poterle affrontare e superare: un aiuto per sviluppare la loro intelligenza emotiva, fondamento indispensabile per la costruzione della loro identità e del loro personale modello di autostima.
Alcune protagoniste delle storie, con i loro comportamenti e le loro esperienze offrono dei suggerimenti validi per i genitori ricordando loro che, la felicità di un bambino è qualcosa di diverso da una corsa infinita verso risultati e competenze, una corsa che spesso crea forti ansie nei bambini che vivono la brutta sensazione di non sentirsi mai all’altezza.
 E  ALLORA:

 BUONA LETTURA  BAMBINI E BUON ANNO SCOLASTICO ..CON L’AUGURIO DI



mercoledì 17 agosto 2016



"Spezzate i vostri limiti, fate saltare le barriere, muovete la vostra volontà, pretendete la libertà come diritto, siate quello che volete essere. Scoprite quello che amereste fare e fate il possibile per raggiungerlo.” 

                      
                                                                                  Richard Bach


       Richard Bach è lo scrittore americano che nel 1970 pubblicò un romanzo breve, una sorta di novella lunga, che lo ha reso celebre in tutto il mondo: Il gabbiano Jonathan Livingiston.
Seguendo alcuni elementi caratteristici della fiaba, “Il gabbiano Jonathan Livingston” è un piccolo romanzo, una piccola storia da leggere in meno di un pomeriggio. Pagina dopo pagina insegna a spiccare il volo per conoscere finalmente se stessi.

L’atmosfera che si respira questi giorni ogni qualvolta si accende la tv, si curiosa nei social network, si legge un quotidiano, mi ha volutamente accompagnato alla scelta di questo bellissimo libro che  parla di passione   e di desiderio di libertà, due componenti che ritrovo splendidamente rappresentate nel grande momento che lo sport sta vivendo a livello mondiale. L'evento sportivo dei Giochi olimpici  con le entusiasmanti competizioni tra i migliori atleti del mondo ci mostra bellissime discipline sportive praticate nei cinque continenti;   nel corso delle gare abbiamo avuto modo anche  di cogliere tutta una serie di appassionanti impressioni, il sacrificio, la determinazione, la lealtà, l’umiltà, la gioia della vittoria, la delusione, lo spirito di squadra, il rispetto, l’altruismo, la gioia di vivere e l’entusiasmo, che, come per il gabbiano, sono  le chiavi d’accesso alla realizzazione dei propri sogni, alla soddisfazione dei desideri,  all’universalità della convivenza civile nello spazio e nel tempo. 

In fondo ciascuno di noi ha qualcosa del Grande Gabbiano, almeno per quell’infinita idea di libertà senza limiti che spesso ci consente di volare.

La storia ruota intorno alla vita di Jonathan Livingston, dai suoi primi esperimenti acrobatici fino al raggiungimento della perfezione. 
Jonathan Livingston è un gabbiano dello Stormo Buonappetito. A differenza dei suoi compagni, la passione vera di Jonathan Livingston è quella per il volo in sé e per sé e non come un mero strumento utilitaristico per procurarsi il cibo, come avviene per gli altri gabbiani. Se in un primo momento, per il timore di essere diverso dagli altri membri dello Stormo, Jonathan reprime la propria passione, in seguito egli decide di dedicarsi al volo con metodo ed esercizio costante, al prezzo di grandi sacrifici. Jonathan diventa così un asso del volo, in grandi di compiere straordinarie acrobazie ma...
Mentre per gli altri gabbiani sono sufficienti le nozioni di volo che possiedono, per Jonathan  non è cosi, lui vuole eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia cosi come gli 
atleti che sudano mettendo anima e corpo  per la  ricerca della prestazione perfetta, gioiscono e piangono esprimendo con  volti e gesti  trasformati dalla fatica tutta la passione per la loro specialità sportiva. 



“Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola.”
Quest’ultima frase  del gabbiano, mi riporta ad un altro celebre romanzo:
«Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.»
                                     ( Il piccolo Principe )


                                                                    

domenica 7 agosto 2016




MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI”
Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più

Dal video amatoriale, passando per il libro  per giungere al set cinematografico.
           
…”Ci ho messo un sacco di tempo a entrare nel mondo di Giò ma ora che ci sono dentro è fighissimo"…  (Giacomo Mazzariol )



Giacomo Mazzariol, un ragazzo veneto, prima attraverso un video, poi con un libro, dedica a suo fratello Giovanni, affetto dalla sindrome di Down, il suo tempo, entrando nel suo meraviglioso mondo  raccogliendo i momenti che hanno contraddistinto il vivere quotidiano  con un fratello che ha bisogni differenti dai suoi.
Con ironia, linguaggio scorrevole, e umano sentimento, racconta il difficile passaggio tra la sorpresa e la vergogna di avere un fratellino down; scoprendo  che la disabilità di Giovanni è una grande ricchezza per tutti realizza il valore della libertà di vivere senza differenze, perché:
 “ la sua vita è come un’istantanea, Gio scatta una foto, ci entra dentro e la  vive, la tocca, la sporca, magari la straccia, poi ne fa subito un’altra. Tutto si esaurisce nel presente…una vita che è un continuo viaggio tra gli opposti, tra divertimento e logoramento, azione e riflessione, prevedibilità e imprevedibilità, ingenuità e genialità, ordine e disordine..”
Nasce tutto con un video che  ricostruisce un presunto colloquio di lavoro, in cui le risposte di Giovanni stridono con le scene di vita reale, quotidiana, che lo ritraggono a scuola e in famiglia, con Giacomo e le sorelle Chiara e Alice e i genitori.
Nel libro, invece, Giacomo racconta Gio che sin da quando era in pancia della mamma ha stravolto e avvolto la sua esistenza : parla della loro vita insieme e della sua  idealizzazione di  un fratellino dotato di  superpoteri che scopre non essere quelli che immaginava solo quando si trova a condividere le difficoltà , le figuracce e i momenti di imbarazzo che spesso Gio fa vivere a tutti.
Il prossimo anno verrà  prodotto anche come film.


Con Gio che cresce tra infiniti momenti gioiosi e altrettanti difficili, Giacomo non si sente più libero, si vergogna, vuole nascondere l’esistenza di un  fratello scomodo e imbarazzante per un adolescente avido di sentirsi sempre all’altezza, di apparire un “figo”, davanti agli amici e alle ragazze..
Solo quando, una sera riguardando un disegno fatto da Gio,  comprende che suo fratello  è prima di ogni altra cosa "LIBERTA’ NELLA SUA PURA ESSENZA", allora ritrova in lui quei superpoteri che cercava da  sempre, sempre presenti, senza mai essere visti.
…”tredici anni e un sorriso più largo dei suoi occhiali. Che ruba il cappello a un barbone e scappa via; che ama i dinosauri e il rosso; che va al cinema con una compagna, torna a casa e annuncia: “Mi sono sposato”. Giovanni che balla in mezzo alla piazza, da solo, al ritmo della musica di un artista di strada, e uno dopo l’altro i passanti si sciolgono e cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Giovanni che il tempo sono sempre venti minuti, mai più di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Giovanni che sa essere estenuante, logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. E se è inverno e non lo trova, porta loro foglie secche. 
Giovanni è mio fratello. E questa è anche la mia storia”.




SEMPLICE  E BEL  ROMANZO DEFINITO   “DI FORMAZIONE”. 
DA LEGGERE  NELLA MANCIATA DI POCHE ORE. ESILERANTE E  COMMOVENTE, ATTUALE   E  REALE NELLA VISIONE DELLA DIVERSITA’  ALL’INTERNO DI UNA FAMIGLIA E NELLA VITA   CONTESTARICE E PROVOCATORIA DI UN ADOLESCENTE. 




domenica 17 luglio 2016



RAGAZZI  E  LEGALITA’


Adottato da numerose scuole come libro di narrativa, diffuso come fumetto e animato anche attraverso un cortometraggio, dopo la sua pubblicazione, il libro dell’autore Luigi Garlando è  quasi un inno al coraggio della verità, alla forza di non lasciarsi mai sottomettere e lasciarsi prevaricare.
Un libro che si legge con piacere e quasi tutto d'un fiato, un racconto che tutti possono leggere, anzi che tutti dovrebbero leggere per conoscere e comprendere; scritto con un linguaggio semplice, la trama scorre incalzante.
Commuove per l'impegno profondo e speciale con cui un padre decide di raccontare al proprio figlio, una storia vera, una vicenda di eroi umani che realmente hanno sacrificato la propria  esistenza per gli altri. 
I paralleleismi che utilizza per spiegare al meglio concetti impegnativi, andandoli a ricercare tra i personaggi e la realtà che circonda il ragazzo, rendono la storia coinvolgente ed emozionante.
Lanciando un forte messaggio di speranza, il libro offre una grande lezione di vita sulla VERITA', sulla LIBERTA', sulla GIUSTIZIA!




                                                                                               


Cos’ è la LEGALITA’?
Rispetto, libertà, responsabilità, giustizia, ascolto, incontro accoglienza, relazione, impegno, nella consapevolezza che ciascuno è diverso e la diversità è la vera essenza e la grande ricchezza della vita.
In questo modo la legalità va  oltre il  rispettare la legge, oltre il commettere reati, e potrebbe diventare uno stile di vita che  gli adulti,  le istituzioni, l’intera società dovrebbe impegnarsi  a mostrare con esempi e azioni per i piccoli futuri cittadini.


Affrontare il concetto di LEGALITA’ con i bambini e i ragazzi nel loro vivere quotidiano, significa far in modo che esso diventi un aspetto della vita di ciascuno, strettamente connesso all’esistenza e sempre presente  nei gesti e nelle azioni consuete. Come per tutte le  diverse problematiche etiche, sociali e comuni che ci investono ogni giorno, è molto importante parlarne e  discuterne sempre in maniera chiara, e condivisa, coinvolgente e partecipata.  Una buona lettura è  sempre  un incipit positivo e soprattutto universale, uno strumento che include dando a ciascuno la possibilità di informarsi, comprendere, riflettere, esprimersi e quindi confrontarsi.
Uno dei maggiori impegni che la scuola è storicamente chiamata a svolgere, è  quello di promuovere ad ampio raggio lo sviluppo della personalità  del bambino e del ragazzo ; questo implica necessariamente un lavoro sinergico  con la famiglia e le istituzioni  per la completa e sana valorizzazione del loro senso di responsabilità attraverso l’acquisizione di comportamenti giusti, onesti e leali che gli serviranno per poter vivere la società come protagonista e non come spettatore. Comprendere che la necessità di avere delle regole è alla base  per una buona convivenza, farle proprie in maniera naturale, sentire il dovere con la medesima intensità con cui si avvertono i diritti, saper vivere le diversità di ogni genere come opportunità e non come ostacolo, sono solo piccoli punti di partenza per preparare adulti che sappiano essere cittadini responsabili.




"Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta: La verità è sempre illuminante. Ci aiuta  ad essere coraggiosi."

                                                                                                             Aldo Moro





mercoledì 15 giugno 2016


…” I bambini hanno bisogno di storie come hanno bisogno di cibo. 
                             Il bisogno di storie è universale”.    
Giuseppe Pontremoli )
                                                                                                            
Imporre le proprie scelte a un’altra persona non è mai una buona pratica quando essa è solo perentoria anarchica  imposizione fine a se stessa, priva di una linea costruttiva, arida, incapace di provocare una discussione che miri ad un esito concreto.
Prescrivere scelte di lettura ai bambini, a mio parere, non è una buona consuetudine; tuttavia, presentare delle proposte che poi offrano la possibilità di parlare dei racconti, di discutere di tutte le  sensazioni, di evidenziare le emozioni e raccontare i  vissuti che essi provocano, penso sia   molto bello e porti a risultati personali e collettivi  più che   efficaci.
Allora,  motivare  i bambini suscitando in essi il desiderio  di  leggere proponendo  racconti, storie appassionanti, presuppone la capacità di comunicare la grande valenza che quella determinata storia custodisce dentro di se. Suggerire  la lettura di un racconto ai bambini della scuola primaria, leggerlo individualmente e poi insieme, è utile per creare quella  complicità unica e feconda che si esterna attraverso la  manifestazione personale di ciò che ciascuno coglie: dal confronto emergono sempre tante varianti che vanno dalle possibilità di cambiamento prospettate nel racconto, all’autoconoscenza, dal senso di libertà che la lettura produce, alla maturazione nelle relazioni.


Cito ancora Pontremoli, giovane maestro elementare che nel suo libro  “ELOGIO DELLE AZIONI SPREGEVOLI”  cosi si esprime :   "…non c’è il Bambino, ci sono i Bambini veri, tanti e diversi: i Bambini ricchi e i Bambini poveri, assediati e abbandonati, quelli che hanno la colf e quelli che hanno l’assistente sociale, alcuni hanno dei fratelli , altri dei televisori, altri fame, altri la puzza sotto il naso. E cosi ci sono i bambini allegri, tristi, noiosi, antipatici, saggi, saccenti, arguti, crudeli, teneri, costruiti, affettuosi, spontanei..”  Io vado a scuola ogni giorno, e poi ne ritorno con il convincimento che quel che più conta sono le storie, non le informazioni e le spiegazioni.


Vorrei porre l’attenzione su due racconti che trovo piacevoli come lettura per le vacanze estive, e interessanti come successivo momento di riflessione comune a adulti e bambini. Auspico che entrambe le storie diventino  strumento   capace di suscitare interrogativi, abbattere barriere e preconcetti, creare   atteggiamenti spontanei   per affrontare con delicatezza  e forza insieme i delicati temi che vengono trattati.
  • ·       La favola di Duck   ( per le prime classi della scuola primaria)
  • ·       Troschi e la favola felina  ( per le classi quarta, quinta e secondaria)


        La favola di Duck”, con le belle illustrazioni di Federica Dubbin è un racconto  rivolto ai bambini       ma leggibilissimo a tutte le età. Duck è un bambino disabile che deve combattere, dal momento           della sua nascita con una serie di imprevisti e cattivi esempi scaturiti dall'ignoranza dei cosiddetti       "normodotati". Nella fiaba illustrata compaiono lo stregone Tetrapà, cattivo e perfido, che si era            impossessato di Duck, lo aveva addormentato e gli aveva tolto la capacità di camminare dal                 momento in cui era nato. Poi appare Speranza, una fatina piccola piccola che stava sempre                  vicina al lettino del bambino, ma ecco che arriva la moglie dello stregone, donna terribile,                    brutta, vecchia e cattiva: il suo nome era Ignoranza e  spingeva le persone a isolare i bambini              speciali come Duck. Altri personaggi  il folletto Sorriso  e la tata Ioiò che si sarebbe occupata di           Duck in seguito a una grave malattia della mamma.






      Una fiaba moderna in cui si avverte  il necessario bisogno  di avere un amico. Melissa, il papà e la mamma si trovano a gestire un delicato problema sin dalle prime pagine del racconto: dovranno aprire le porte della loro casa a un gattino vero. Ma non saranno le persone a farla da padroni in questa storia e pagina dopo pagina lasceranno progressivamente lo spazio ai veri protagonisti. Troschi e Cenerina, accomunati dall’esperienza dell’abbandono, si ritrovano nella stessa famiglia di umani e crescono una piccola armata di felini che non vedono l’ora di raccontarci come si vive a quattro zampe, tra ciotole mal riposte e pericoli dietro ad ogni angolo. A un primo sguardo il racconto si apre a due narrazioni distinte: il mondo degli uomini, fatto di bisogni e desideri e quello degli animali, più difficile e nascosto. Con naturalezza e ironia si cerca di delineare il significato che l’animale riveste nella vita dell’uomo per poi darci l’esatto opposto prendendo le parti dei compagni a quattro zampe. Sono loro i veri protagonisti di questa avventura a cui l’umano cede il passo per lasciarci immersi nel loro mondo fatto di conquiste e rivalse quotidiane. Tenendo a memoria la lezione degli antichi latini, si propone un testo che vive di costanti similitudini per dirci che alla fine dei conti, non siamo poi così diversi dai nostri amici pelosi. Tanto quanto loro lottiamo ogni giorno per la nostra fetta di giustizia e per assicurare il bene dei nostri cari e quando siamo fortunati possiamo contare sui consigli di un amico. Sotto questo aspetto, e tenendo conto di tutto questo, ci troveremo a faticare per distinguere dove inizia il nostro mondo e dove finisce il loro.
d               
                    DUE  PAROLE  SULL'AUTORE  COMINCIANDO DA      UNA SUA CONSIDERAZIONE

    ..." Chi legge i miei libri deve avvicinarsi con lo spirito di chi vuole condividere un percorso e provare emozioni. Accompagnare un ragazzo nel suo percorso di crescita è un meccanismo lento, impercettibile, anche per gli addetti ai lavori. .. La scrittura serve a fissare in modo indelebile dove inizia un percorso, dove termina e soprattutto cosa si è raggiunto. Deve evincersi la fatica compiuta da tutti per raggiungere un obiettivo…”                                             
                                                      Bruno Furcas

     Sono queste alcune espressioni di notevole valore etico e sociale  che ritroviamo in un’intervista  rilasciata da Bruno Furcas  laureato  in lettere moderne da sempre impegnato    nell’ambito del recupero  di adolescenti con problematiche    esistenziali e di devianza.  Scrittore e autore di vari romanzi e  racconti , opera attualmente  nell’ambito dell’integrazione, della  socializzazione di minori in  situazioni di grave svantaggio.
     Furcas auspica un’idea di una letteratura  come strumento efficace  a facilitare il percorso di crescita dei ragazzi; un percorso  complicato e confuso in cui le costanti spesso si alternano,  passando dalla solitudine alla frenesia, dall’essere troppo  remissivi   e sentirsi inadeguati a ciò che si vive intorno , a sentirsi  quasi onnipotenti e imbattibili, dall’accettare la sconfitta come  momento di crescita all’essere incapaci di accettare un rifiuto.
     Una letteratura per ragazzi, quella proposta da Bruno Furcas,  intesa come piacevole compagna di un  cammino abitato da  persone diverse con le quali essi devono saper comunicare,  interagire, apprendere per migliorarsi. Penso che il genere di  lettura che  propone ai bambini e ai ragazzi, sia di grande rilevanza  per aiutarli a   saper affrontare il disagio  che può essere il loro o  dei compagni. Un malessere che  si presenta spesso davanti ai loro  occhi e che non sempre si è in grado di cogliere ; difficoltà non  sempre palesate  da un look non in linea con i canoni del momento,  o da un igiene sconosciuta, ma fragilità  spesso  mascherate ,   messaggere mute    di sofferenze pregresse  dell’anima, dispiaceri  familiari che si consumano silenziosi  per  un lavoro che manca,  per una malattia che trasforma nel fisico e nello spirito, per  atteggiamenti feroci  di uno dei genitori,   per violenze  psicologiche dovute a insoddisfazioni personali, per errori che si  commettono per fragilità che è solo umana.