mercoledì 22 febbraio 2017

LEGGERE    A   CARNEVALE!! 


DALLA LETTURA  ANIMATA ALLA RECITAZIONE!

I  brevi dialoghi tra i personaggi tradizionali della commedia dell’Arte, pensati per le recite scolastiche, sono anche degli ottimi strumenti per esercitare la lettura in modo divertente. Far leggere  a ogni bambino solo la voce di un personaggio, è uno stimolo per  tutti gli altri a seguire il testo mentre legge il compagno. In questo modo,   nella lettura a voce alta, si migliora la capacità di cogliere l’intonazione e l’espressività data dai segni di interpunzione e dal contenuto del testo stesso. E’ inoltre una bella attività di ascolto reciproco.


Scegliere e  leggere un libro  per i bambini non è una cosa scontata : il tema affrontato, il numero delle pagine, la presenza o meno di illustrazioni, il carattere e la luminosità della scrittura, il linguaggio fruibile e accattivante, la presenza di vari personaggi, la descrizione dei luoghi, l’alternarsi delle vicende, l’atteso finale, sono elementi fondamentali per far si che un libro susciti emozioni che rimangano nel tempo.


Leggere un libro è come entrare in uno spazio sconosciuto, una dimensione nuova ma che si desidera scoprire e vivere: riga dopo riga, pagina dopo pagina, dal momento iniziale della storia  fino a  quello finale, è tutto un incalzare di vicende da far proprie, affinché  chiudendo l’ultima pagina,  ci si possa sentire più ricchi dentro.



Ai bambini però, piace tanto anche METTERSI IN POSIZIONE DI ASCOLTO, essere uno spettatore  di storie, un osservatore di gesti e atteggiamenti , un uditore attento di suoni, voci ed emozioni.
Chiunque legga per un bambino, deve conquistarsene la fiducia e coinvolgerlo  attraverso una lettura che non sia solo espressiva ma anche affabile e comunicativa.

L’adulto che legge per un bimbo, genitore, insegnante, educatore, deve suscitare un ascolto attivo.  Il suo tono di voce, la modulazione e l’enfasi che danno vita alla storia, la sua espressività nel differenziare il ruolo dei personaggi, la capacità di colorare la voce con i volumi delle emozioni, sono motivazionali per infondere nel bambino un senso di sicurezza e rendere piacevole l’ascolto. Ma allo stesso tempo LA LETTURA  ANIMATA deve aiutare i bambini a sviluppare capacità importanti  per capire il mondo intorno a loro. 

Questo sarà poi riportato dal bambino nella  lettura personale: tutto avviene prima osservando e poi imitando.  L’ ascolto della lettura espressiva e animata è quasi oggetto di imitazione per i bambini che poi fremeranno dalla voglia di leggere ad alta voce cercando di entrare nella storia e suscitare in chi li ascolta, ciò che essi per primi  hanno provato ascoltando. Le prime volte l’imbarazzo sarà più forte della voglia di mostrarsi pronti a leggere e  allora le parole si fermeranno tra i denti inciampandoci sopra, arpionandosi al palato da dove non riusciranno  ad uscire.
Il colore, che i bambini  intendono  dare alla voce del personaggio, arrabbiato, gioioso, deluso, spaventato, disgustato sembrerà loro ridicolo, così come, accentuare il tono della narrazione  di un fatto terrificante, sussurrare appena la lettura melodiosa di un evento dolce, suscitare l'ilarità in un racconto umoristico, suonerà ai loro orecchi fuori luogo e pesante.
Pian piano però,  toni, espressività, gesti, parole, atteggiamenti, verranno assorbiti fino a diventare parte del loro  essere e saranno loro a chiedere di interpretare, anzi quasi “RECITARE” che, letteralmente vuol dire “ citare due volte”, ovvero “ripetere” che è quello che i bambini fanno già in maniera del tutto spontanea e naturale.


Quale periodo più del Carnevale, si presta a parlare di recitazione? 

Attraverso quest’ antichissima attività, si scopre  la capacità e il bisogno che i bambini hanno di esprimere tante loro emozioni, che in poco tempo riescono a far proprie per risultare credibili.
Avere il coraggio di esporsi non è solo un volersi  “esibire”, ma è anche la dimostrazione della forza di sapersi e volersi mettere in gioco per divenir consapevoli del valore dell’altro: dare voce ai pensieri di un'altra persona, mettersi nei panni dell’altro, consente loro di entrare non solo in relazione con il prossimo ma li rende anche maggiormente attenti a osservare se stessi e i propri atteggiamenti.
Il teatro, sia esso commedia o tragedia è un mondo ricco di fantasia , immagini, gioco, colori, musica, movimento, curiosità e meraviglia: un vero nutrimento per l’anima.

lunedì 23 gennaio 2017

Dar parole alla Memoria

capire le parole e il loro potere per rendersi conto che è possibile utilizzarle per il bene come per il male.
Dal sito del MIUR
“Scuola e Shoah è una iniziativa voluta dal MIUR in seguito all'istituzione del "Giorno della Memoria". Ricordare è un dovere morale prima ancora che istituzionale, affinché gli errori del passato siano un monito per il presente ed il futuro. In questa sezione vengono messe a disposizione informazioni e approfondimenti sul tragico evento che ha segnato la storia del ‘900”.

Con una legge del 20 luglio 2000, la Repubblica italiana ha istituito il Giorno della Memoria e nel primo articolo riconosce il 27 gennaio come data simbolica per "ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".

Chi è felice farà felici anche gli altri, chi ha coraggio e fiducia non sarà mai sopraffatto dalla sventura.                                           ANNA FRANK

Tre storie particolari,
tre libri meravigliosi che offrono messaggi importanti e spunti di riflessione: tre libri per tre diverse fasce d’età, per raccontare gli orrori della guerra, ma per ricordare che nell’uomo albergano anche sentimenti di altruismo, coraggio e  profonda generosità.

Per i più piccoli, già dai 5/6 anni,       LA PORTINAIA APOLLONIA

….Ma allora le fiabe non raccontano sempre la verità. Forse anche una strega certe volte può salvare un bambino….

Splendidamente illustrato con tavole di grande valore artistico ed espressivo che consentono al bambino di entrare quasi all’interno della storia; la struttura del testo lineare e semplice, sembra quasi suddivisa in sequenze descrittive e riflessive che guidano il bambino a un approccio lucido e immediato, ma allo stesso tempo di forte impatto.
Vincitore nel 2005 del  premio Andersen come miglior albo 0/6 anni del  super premio Andersen come miglior libro dell’anno, narra la storia di  Daniel, un bambino ebreo, che vive solo con la madre perché il padre è fuggito per evitare la deportazione e per raggiungere i “soldati buoni”, quelli che cacceranno via i soldati cattivi.
La guerra, la discriminazione razziale, il pregiudizio, le vie di fuga, il valore delle cose, sono i temi forti che la storia di Daniel vuole spiegare ai bambini con la semplicità del linguaggio delle fiabe mantenendo ferma sempre la VERITA’.


Per i più grandi, dai 9/10 ANNI,   NON DIRE DI ME CHE HO FUGGITO IL MARE

..”Cosi cercavo di trattenere quel ricordo il più possibile, fino a quando non fuggiva lontano e riaprivo gli occhi e un po’ mi vergognavo e non dicevo niente a Marta , di come avrei voluto essere ancora bambino..”

Un classico romanzo d’avventura per ragazzi, scritto dall’autore cagliaritano Alberto Melis, che affronta uno spaccato poco conosciuto dello sterminio ebraico, ovvero quello relativo alla tragedia dei cittadini italiani di fede  ebraica  discriminati e deportati.
Ambientato nel corso dell’ultima guerra mondiale su un’immaginaria e sperduta isola nel golfo di Genova, è la storia dell’incontro tra due ragazzini e un deportato ebreo evaso da un campo di concentramento che si nasconde in un vecchio faro. Una storia intrigante sin dalle prime pagine, un racconto misterioso a  tratti ironico  a tratti commovente. La nascita di una bella amicizia tra ragazzi che si evolve anche con le domande che i protagonisti si pongono prendendo coscienza di ciò che accade intorno a loro. Anche in questa storia, la ricerca della verità è un po’  il filo conduttore che lega i rapporti, la ricerca  della verità che i ragazzi scopriranno, renderà liberi.
Il titolo, un po’ curioso, si rifà al verso di una poesia che Tusitala , ( Robert Louis Stevenson- autore dell’Isola del tesoro), scrisse per suo padre; il libro  è dedicato alla piccola Sissel Vogelmann, una bambina di otto anni che venne deportata e morì ad Auschwitz.

 Per i ragazzi dai 12 anni in su,              STORIA  DI UNA LADRA DI LIBRI

Più conosciuto come “ LA BAMBINA CHE SALVAVA  I LIBRI”, il romanzo di Markus Zusak racconta una storia dolce ricca di metafore e similitudini, ma anche crudele al tempo stesso, come tante in quel difficile periodo.  Un racconto denso di speranza , animato dai sogni che la protagonista vive utilizzando i libri come strumento di salvezza.
Una storia commovente, nella Germania della seconda guerra mondiale, dove una bambina di 12 anni, riesce a far vivere il dramma attraverso i suoi occhi e i suoi libri.
La particolarità del romanzo sta nella voce narrante: LA MORTE che racconta la vita difficile della protagonista dalla morte del fratellino all’affido a una nuova famiglia, alla nascita della sua passione per i libri in un periodo in cui la censura cercava di soffocare qualsiasi libertà,  e lo fa con una voce non cupa o tetra, ma quasi poetica e ironica. Dal primo libro trovato sulla neve, inizia l’incontro della ragazza con il mondo delle parole il cui potere è capace di un’infinità di cose, per prima cosa  l’utilizzo per il bene e per il male. Una scoperta che le consentirà di compiere SCELTE IMPORTANTI, che mai avrebbe potuto fare prima di tenere fra le mani un libro, aprirlo e viverlo.  
                   

giovedì 12 gennaio 2017


La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé.“
                                                                                                 Oscar Wilde 


             


                                       CARO  DIARIO,  AMICO SILENZIOSO

Dall’emozionante e storico  “Cuore” all’entusiasmante  “Diario di una schiappa”, passando per il drammatico “Diario di Anna Frank”,  l’ esilarante “Giornalino di Gian Burrasca”,  ai più moderni diari di Angelo Petrosino con la sua “Valentina” all’esemplare “Libro di Alice”, all’originale e stimolante “ Caro Diario ti scrivo”  alla dolcezza dell’amicizia del Diario di Primavera”
di Roberto Piumini, alle memorie della moscovita Nina che vede svanire i suoi sogni a causa del regime,  nel  “ Diario di Nina”:  la letteratura per ragazzi offre molteplici storie raccontate sotto forma di diario. Un’espressione narrativa che
offre interessanti scambi emotivi relazionali attraverso una condivisone di affetti e sentimenti che nella nostra realtà frenetica dominata dai social, si rivelano particolarmente utili.
I tempi, le pause, le riflessioni, i ricordi, l’esigenza di condividere, sono alcuni aspetti che caratterizzano un DIARIO  con la triplice funzione di tenere traccia delle idee e dei pensieri che giorno per giorno possiamo avere, di  esplicare uno sfogo interiore
 e  di accendere la creatività:  come forma narrativa, quella del diario è la più spontanea considerando che chi scrive lo fa quasi esclusivamente per se stesso.

ECCO  ALCUNI  INTERESSANTI  SUGGERIMENTI  PER  FAR  CONOSCERE  AI  BAMBINI  E  AI RAGAZZI,  UNA  FORMA  ESPRESSIVA  CLASSICA E UTILE  PER   ARRICCHIRE  ANCHE  IL PROPRIO  STILE  DI  SCRITTURA   E PER  PRENDERE  CONSAPEVOLEZZA  CHE…
Spesso, il foglio bianco, in cui si possono annotare emozioni ed episodi che non
sbiadiscono, possono soddisfare uno sfogo, un bisogno di comunicare e di essere ascoltati.


Età di lettura : da 9 anni.
  • ·        Dal diario di una bambina troppo occupata, di Stefano Bordiglioni
  • ·        Diario in corsa, di Chiara Carminati.
  • ·         Dal diario di Tommaso, di Vanna Cercenà.
  • ·        Le pagine segrete di Arianna, di Erminia Dell’Oro.
  • ·        Cara Carl@, di  Anna Lavatelli, A. Vivarelli.
  • ·        Diario di una casa vuota, di Beatrice Masini.
  • ·        Caro diario, perché ho sempre fame?  Di Susie Morgenstern.
  • ·        Ascolta il mio cuore, di Bianca Pitzorno.
  • ·        Diario di La, di Roberto Piumini.
  • ·        Diario di una misteriosa scomparsa, di Silvia Roncaglia.
  • ·        Caro Hamid, di Anna Russo.
  • ·        Mi piaci così, di Francesco Gungui.



domenica 13 novembre 2016




IL DIRITTO DI ESSERE BAMBINI

Da  OLIVER   TWIST,  E  ROSSO  MALPELO  A
IQBAL  MASIH
Bambini   senza  paura
Allora  come  oggi. Molte cose non sono cambiate.
L’unico modo per far valere  i diritti è: leggerli, conoscerli, interpretarli e parlarne!!

               Dalla  Convenzione dei  diritti dei bambini:
art. 29Lo scopo della tua istruzione è di sviluppare  al meglio la tua personalità, i tuoi talenti e le tue capacità mentali e fisiche. L’istruzione deve prepararti a vivere in maniera responsabile e pacifica in una società libera, nel rispetto dei diritti degli altri…
art. 32. Hai il diritto di essere protetto dal lavorare in luoghi e condizioni che possono danneggiare la sua salute o impedire la tua istruzione.

              
                      
Con Charles Dickens in Inghilterra e  Giovanni Verga in Italia,  nella seconda metà dell’800 nasce il romanzo sociale per denunciare  piaghe molto forti come la crudeltà, la violenza, la fame e la mancanza di opportunità nei riguardi dei bambini.  Le violenze fisiche e morali ancora oggi sono più che mai diffuse anche nei paesi progrediti, come testimoniano tante cronache e articoli di giornale.

Non è necessario essere o credere di essere un super eroe per fare cose grandi.  Spesso basta semplicemente portare a termine con dedizione e impegno il proprio lavoro, superare le paure con grande forza d’animo e determinazione nell’agire, avere senso civico, volontà di vivere in armonia con la natura e con le persone, credere nell’amicizia perché  insieme ai veri amici è più facile diventare coraggiosi per affrontare un progetto, essere buoni  che significa anche essere giusti, essere furbi e orgogliosi.

Gran parte di queste qualità , di questi modi di agire e pensare  li troviamo splendidamente incarnati nei  due protagonisti dei romanzi dell’ottocento: l’intraprendente Oliwer Twist, fuggito dall’orfanatrofio vive per le strade di Londra cavandosela con piccoli furti e ruberie, vittima di un padrone che sfrutta le doti abili e intellettive dei bambini vaganti dei sobborghi londinesi; il coraggioso  Rosso Malpelo,” un brutto ceffo torvo, ringhioso e selvatico”. Un ragazzo solo, emarginato che si abitua a vivere in un deserto di affetti trovando un pò di conforto  nel  ricordo del  padre.  Sfruttato nella cava di “ rena rossa”, in una Sicilia tormentata dalla durezza delle condizioni di vita e di lavoro, Rosso Malpelo è un ragazzo che vive ai margini, che si presenta come " un brutto" per mascherare la sua tristezza, ma che tuttavia riesce a essere caritatevole e partecipe della sofferenza di chi sta peggio di lui.
Storie sempre attuali quella del piccolo Oliwer e di Rosso se pensiamo che oggi più di un milione di bambini lavora ancora nelle cave o si trova in altre situazioni lavorative di sfruttamento.
Non sono storie che appartengono solo al passato se pensiamo anche al piccolo Iqbal Masih, il bambino pakistano, che nei recenti anni novanta, da lavoratore schiavo, si è trasformato in un piccolo audace sindacalista ribellandosi  al suo padrone: per dodici ore , dall’età di 5 anni, lo teneva legato per  farlo lavorare al telaio.1rupia, 55 lire la sua paga, per morire a 12 anni ucciso da un colpo di fucile sparato da un assassino rimasto ignoto.

nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite.



I protagonisti del  romanzo di Dickens e di Verga,  sono diventati anche soggetto della sceneggiatura cinematografica,  strumento di comunicazione educativa e didattica  indispensabile  nella scuola:  il cinema narrativo ha un notevole valore come arte visiva ma anche come mezzo per far passare e fissare l’apprendimento attraverso le emozioni suscitando reazioni empatiche che consentono di ragionare sulla formazione di modelli, comportamenti atteggiamenti . I  film aiutano a riflettere su se stessi, sugli altri , porsi interrogativi, introdurre problemi e illustrare argomenti.
Conoscere attraverso la LETTURA E LA NARRAZIONE CINEMATOGRAFICA, è indispensabile oggi per denunciare lo sfruttamento dei bambini privati dei diritti primari, una piaga che può regredire con la consapevolezza di essere dinanzi a un problema dell’intera società
Gli anni sono trascorsi dai tempi di Oliwer , di Rosso Malpelo e un po’ meno dalla morte di Iqbal, e forse si avverte una maggior presa di coscienza nei riguardi di situazioni drammatiche  , tuttavia nel mondo sono ancora tantissimi i bambini che vengono sfruttati, costretti a lavorare tante ore al giorno in condizioni impensabili privati di ogni tipo di dignità e libertà, di ogni sorta di diritto. In  Asia impiegati nelle cave, nelle miniere, nei laboratori tessili e nelle aziende di giocattoli, in Africa sfruttati soprattutto nel settore agricolo, in Sud America impiegati nelle piantagioni, nelle miniere e nelle fabbriche di abbigliamento. In tutto il mondo lo sfruttamento minorile è illegale ma esiste.

lunedì 19 settembre 2016


In fondo tutti sono un po’ dislessici…Nel leggere le “parole” della vita tutti possiamo fare fatica. E allora occorre avere pazienza, ricominciare da capo, cercare attorno a noi chi e che cosa può aiutarci e non perdere la voglia di capire.
                                                          
“Le  parole giuste”  di Silvia Vecchini



"Costruiamo Insieme un Futuro di Diritti e Informazione"

(  DAL 4 AL 10  OTTOBRE  SETTIMANA  DELLA DISLESSIA)

LETTURA   E  DISLESSIA

A sei anni dall’approvazione della legge  ( 170 dell’ 0tto ottobre 2010) che ha sancito, per la prima volta in Italia, il diritto alle pari opportunità nell’istruzione per i ragazzi con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia,  l’ AID ( Assoc. Italiana Dislessia), promuove la prima edizione della Settimana Nazionale della Dislessia: 600 iniziative su tutto il territorio nazionale, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).
L’ AID ha fortemente voluto l’istituzione in Italia della Settimana Nazionale della Dislessia, per sensibilizzare il pubblico su un disturbo che è ancora per molti un tabù. Per questo motivo lo slogan questa prima edizione è "Costruiamo Insieme un Futuro di Diritti e Informazione".




Queste sono due pagine del libro 
“LE PAROLE GIUSTE” 
della scrittrice Silvia Vecchini , giovane autrice che da sempre si dedica alla letteratura per ragazzi. Questa volta, attraverso la parola scritta in questo bel racconto, ha voluto dare spazio a Emma, una ragazzina che si trova ad affrontare il difficilissimo problema della dislessia, un disturbo che in Italia colpisce circa il 4% dei ragazzi. 
Raccontare una storia, è prima di tutto, l’intenzione della Vecchini, una storia in cui la protagonista, dopo un percorso difficile, viene a sapere che le sue difficoltà dipendono dalla dislessia. Una presa di coscienza che all’inizio la colpisce nell’orgoglio ma poi sarà motivo di sollievo perché questo disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura e calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.
Conoscere il proprio problema per Emma vuol dire sapere cosa fare e credere di potercela fare. Ma nel libro non c’è solo questo. Emma, la protagonista, è colta in un momento di accerchiamento. Quando la incontriamo, sono tante le parole che le girano intorno e lei fatica a “leggerle” e a capire: le parole della malattia del padre, quelle dell’amicizia che sta cambiando, del primo amore che arriva..
                                   
Per chi soffre
 di dislessia 
ogni pagina 
sembra il testo 
qui a lato. 


Le bambine e i bambini dislessici hanno a che fare con un disturbo specifico dell’apprendimento che rende più difficile imparare a leggere e scrivere, tanto da poter condizionare negativamente il rendimento scolastico, e far sentire a disagio i piccoli scolari che non riescono a padroneggiare le lettere che affollano la pagina di un libro, di un quaderno o la lavagna. 
Ma non per questo si deve mettere in discussione la loro intelligenza. I bambini con dislessia, infatti, sono intelligenti, non hanno problemi neurologici e sensoriali (vista, udito), ma il loro cervello funziona un po’ diversamente, per cui hanno una ridotta capacità di percepire, distinguere e manipolare i suoni che compongono le parole e una grossa difficoltà nell’associare il suono alla lettera corrispondente. 
Oggi  le famiglie hanno a disposizione possibilità e strumenti diversi per aiutare i bambini: “Trattamenti logopedici,  interventi di stimolazione che possono essere effettuati presso centri e studi professionali o anche a domicilio, supervisionati a distanza da operatori specializzati,  fino ad arrivare a software sempre più sofisticati che alleggeriscono il carico e la fatica dei ragazzi nelle attività di lettura e scrittura”. 
Ben venga anche la lettura ad alta voce di  libri, storie, fiabe che propongano una serie di giochi per far  riflettere il bambino sul linguaggio in maniera ludica, a partire per esempio dagli anagrammi, smontando e ricomponendo parole.
  A SCUOLA
 è importante dunque adattare la didattica alle sue difficoltà di apprendimento, con l'adozione di strategie compensative o dispensative: per esempio  favorendo la lettura silenziosa, l’uso di un lettore o di libri "parlanti", e del computer per la scrittura.
Gli strumenti compensativi e dispensativi non devono  essere quindi recepiti come una terapia o, peggio ancora, come una triste necessità, ma come un'alternativa vera e propria alla costruzione di un'altra cultura e di un altro apprendimento. E' fondamentale, infatti, sostenere con decisione che non devono essere gli individui ad adattarsi ai tempi e ai modi della scuola e della società, ma che per ognuno possa e debba avvenire l'esatto contrario: apprendimento, formazione e comunicazione concepite e organizzate in modo tale che ogni individuo, a partire dall'infanzia, le possa far sue, armonizzandole con la propria diversità. 

giovedì 1 settembre 2016







Un nuovo anno scolastico sta per cominciare e con esso tante aspettative   da parte un po’ di tutti , bambini, insegnanti e genitori; ma ciò che conta più di ogni altro aspetto è la fiducia che va riposta nei grandi protagonisti di questa avventura che ogni anno si rinnova di idee, progetti e  conoscenze, con una cornice di ansie e paura, successi e vittorie:  I BAMBINI!!!
Come pensiero positivo e propositivo  mi piace ricordare questo di un grande FILOSOFO, SCRITTORE E MUSICISTA
L’ infanzia ha il proprio modo di vedere, pensare e sentire: non c’è niente di più insensato che pretendere di sostituirla con il nostro”
                                       Jean Jacques Rousseau


UN   AUGURIO   PER  QUESTO NUOVO ANNO SCOLASTICO
 LO VORREI FARE A TUTTI, BAMBINI, GENITORI E INSEGNANTI con queste belle letture di Alberto Pellai 




 
              

Queste letture di Alberto Pellai 

medico, psicoterapeuta dell'età evolutiva e ricercatore presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano, autore di molti volumi, tra cui alcune favole per bambini,  le propongo e le consiglio con l’augurio importante di poter acquisire una cultura delle emozioni, poichè senza di esse le nozioni non hanno alcun senso; con l’augurio di essere sempre liberi, di parlare, di scegliere, di amare e di avere tanti sogni in cui credere e realizzare; con l’augurio di non fermarvi mai all’apparenza delle cose ma di andare a fondo, fino alla radice. 


“Cerca invano chi vuole il ramo e dimentica la radice”    (Gandhi)

                                                                                                        
I bambini cominciano a costruire una propria immagine di sé sin dai primi anni di vita grazie anche all’atteggiamento e al comportamento che i grandi hanno nei loro confronti.Loro osservano tanto e reagiscono ai comportamenti di chi gli gravita intorno: spesso cercano l’approvazione anche solo con gli occhi e sono capaci di cogliere quando gli adulti sono contenti di loro  o meno. 
A noi  insegnanti, genitori, educatori, figure di riferimento,  è riservato  il compito fondamentale di aiutarli a far si che si sentano sempre adeguati  e accettati  e dovremmo lavorare unitariamente per sviluppare e potenziare  la loro autostima. 
In questo modo ci si auspica di contribuire a farli diventare adulti sereni  e perché no, anche brillanti. A questo unisco anche l’importanza di insegnare loro a non arrendersi e credere che gli ostacoli si possano superare,  non importa il tempo o la modalità ma la tenacia con cui si  sfidano.  La capacità e l’intelligenza  nel saper accettare consigli e aiuti, insieme alla motivazione a fare certe esperienze , diventa uno strumento indispensabile ed efficace per affrontarle   
               COSTRUIRE UNA POSITIVA IMMAGINE DI SE’.

Sono questi alcuni concetti affrontati in numerosi libri di Alberto Pella che
attraverso percorsi narrativi divertenti e una grafica accattivante, offrono  spunti di riflessione proprio su queste tematiche fondamentali per lo sviluppo di un bambino come il potenziamento dell’autostima, con  spunti interessanti  per far capire loro  che ciascuno è unico e speciale.
Affrontano con serenità  anche la  promozione dell’integrazione  attraverso  letture semplici  che guidano a valorizzare l’integrazione non come un percorso “dato”, bensì come un traguardo che deve essere raggiunto.
Sviluppano il tema della “multietnicità” con un particolare riguardo alla presentazione di diverse razze e caratteristiche ambientali e paesaggistiche, trattando in modo rispettoso e armonioso la fede religiosa diversa da quella cristiana.
Interessanti le collane che affrontano tutte le sfide quotidiane che i più piccoli devono affrontare nella vita di ogni giorno e aiuta grandi e piccini a trovare insieme la strategia migliore per poterle affrontare e superare: un aiuto per sviluppare la loro intelligenza emotiva, fondamento indispensabile per la costruzione della loro identità e del loro personale modello di autostima.
Alcune protagoniste delle storie, con i loro comportamenti e le loro esperienze offrono dei suggerimenti validi per i genitori ricordando loro che, la felicità di un bambino è qualcosa di diverso da una corsa infinita verso risultati e competenze, una corsa che spesso crea forti ansie nei bambini che vivono la brutta sensazione di non sentirsi mai all’altezza.
 E  ALLORA:

 BUONA LETTURA  BAMBINI E BUON ANNO SCOLASTICO ..CON L’AUGURIO DI



mercoledì 17 agosto 2016



"Spezzate i vostri limiti, fate saltare le barriere, muovete la vostra volontà, pretendete la libertà come diritto, siate quello che volete essere. Scoprite quello che amereste fare e fate il possibile per raggiungerlo.” 

                      
                                                                                  Richard Bach


       Richard Bach è lo scrittore americano che nel 1970 pubblicò un romanzo breve, una sorta di novella lunga, che lo ha reso celebre in tutto il mondo: Il gabbiano Jonathan Livingiston.
Seguendo alcuni elementi caratteristici della fiaba, “Il gabbiano Jonathan Livingston” è un piccolo romanzo, una piccola storia da leggere in meno di un pomeriggio. Pagina dopo pagina insegna a spiccare il volo per conoscere finalmente se stessi.

L’atmosfera che si respira questi giorni ogni qualvolta si accende la tv, si curiosa nei social network, si legge un quotidiano, mi ha volutamente accompagnato alla scelta di questo bellissimo libro che  parla di passione   e di desiderio di libertà, due componenti che ritrovo splendidamente rappresentate nel grande momento che lo sport sta vivendo a livello mondiale. L'evento sportivo dei Giochi olimpici  con le entusiasmanti competizioni tra i migliori atleti del mondo ci mostra bellissime discipline sportive praticate nei cinque continenti;   nel corso delle gare abbiamo avuto modo anche  di cogliere tutta una serie di appassionanti impressioni, il sacrificio, la determinazione, la lealtà, l’umiltà, la gioia della vittoria, la delusione, lo spirito di squadra, il rispetto, l’altruismo, la gioia di vivere e l’entusiasmo, che, come per il gabbiano, sono  le chiavi d’accesso alla realizzazione dei propri sogni, alla soddisfazione dei desideri,  all’universalità della convivenza civile nello spazio e nel tempo. 

In fondo ciascuno di noi ha qualcosa del Grande Gabbiano, almeno per quell’infinita idea di libertà senza limiti che spesso ci consente di volare.

La storia ruota intorno alla vita di Jonathan Livingston, dai suoi primi esperimenti acrobatici fino al raggiungimento della perfezione. 
Jonathan Livingston è un gabbiano dello Stormo Buonappetito. A differenza dei suoi compagni, la passione vera di Jonathan Livingston è quella per il volo in sé e per sé e non come un mero strumento utilitaristico per procurarsi il cibo, come avviene per gli altri gabbiani. Se in un primo momento, per il timore di essere diverso dagli altri membri dello Stormo, Jonathan reprime la propria passione, in seguito egli decide di dedicarsi al volo con metodo ed esercizio costante, al prezzo di grandi sacrifici. Jonathan diventa così un asso del volo, in grandi di compiere straordinarie acrobazie ma...
Mentre per gli altri gabbiani sono sufficienti le nozioni di volo che possiedono, per Jonathan  non è cosi, lui vuole eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia cosi come gli 
atleti che sudano mettendo anima e corpo  per la  ricerca della prestazione perfetta, gioiscono e piangono esprimendo con  volti e gesti  trasformati dalla fatica tutta la passione per la loro specialità sportiva. 



“Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola.”
Quest’ultima frase  del gabbiano, mi riporta ad un altro celebre romanzo:
«Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.»
                                     ( Il piccolo Principe )