UNA FIABA
PER VIAGGIARE
CON LA FANTASIA, CONOSCERE E MUOVERSI
SENZA BARRIERE.
Il povero Geppetto si affaticava a tagliarlo, ma più lo tagliava e lo
scortecciava e più quel
naso impertinente diventava lungo”.
“….Come da patrie lontane viene dato
ad ogni uomo un angelo buono che lo segue come un compagno di strada mentre si
avvia verso la vita, così le fiabe sono capaci di cogliere i puri pensieri di
un’osservazione infantile del mondo, per il modo in cui sono divulgate e per la
loro intrinseca natura.
Nutrono in modo immediato come il
latte, leggere e gradevoli, o come il miele dolci e nutrienti, senza pesantezza
terrestre…” ITALO CALVINO.
E’ bastata una semplice
mostra itinerante allestita nei locali della biblioteca Comunale del paese, per
ricordare nella fiaba di Pinocchio un’ espressione
fiabesca capace di ricalcare i diversi
percorsi della vita seguendo le tracce
lasciate dai personaggi con i loro problemi, le loro difficoltà, le ingiustizie
che affrontano e superano.
La fiaba “Le avventure di
Pinocchio”, nasce come racconto a
puntate pubblicato sul giornale dei bambini a partire dall’anno 1881 e termina
nel 1882 al 15esimo capitolo con l’impiccagione di Pinocchio da parte della
losca coppia il Gatto e la Volpe. Pare che i bambini non si rassegnassero a
questa fine e chiedessero che Pinocchio tornasse in vita. Così la
pubblicazione riprende per concludersi nella forma conosciuta, nel gennaio 1883 al
35esimo capitolo con la versione nota a tutti.
Un libro per bambini letto anche dagli adulti che lo trovano costruttivo e educativo forse perché in fondo, affronta gli stadi della vita, la nascita, la vita infantile, il passaggio dell’adolescenza e l’età adulta o anche perché ci ricorda come dagli errori si possa sempre imparare, ricominciando a percorrere una nuova strada con più autostima e maturità.
Un libro per bambini letto anche dagli adulti che lo trovano costruttivo e educativo forse perché in fondo, affronta gli stadi della vita, la nascita, la vita infantile, il passaggio dell’adolescenza e l’età adulta o anche perché ci ricorda come dagli errori si possa sempre imparare, ricominciando a percorrere una nuova strada con più autostima e maturità.
Potrei definire, “un incontro spontaneo con la fiaba di
Pinocchio”, quello che in sole due ore ha coinvolto i bambini della prima e della seconda ( Scuola
Primaria), suscitando un gradevole apprezzamento in chi, qualche giorno
prima, non aveva espresso particolare simpatia nei riguardi di questa storia,
definendola TRISTE.
Un ascolto attento e curioso
del racconto letto da una bimba, ha
consentito alla bibliotecaria di poter
interagire con i bambini attraverso
interrogativi che hanno aperto la conversazione colorandola di
riflessioni personali , similitudini , racconti di episodi propri in cui ci si è sentiti un po’
Pinocchio, un po’ Lucignolo, e talvolta anche un po’ il Gatto e la Volpe. Mi piace porre l’accento sul fatto che sono stati semplicemente bravi, specie nel
trovare analogie tra Geppetto come padre e il loro papà, così come con la Fata ritrovata nella figura di una mamma che
cerca di salvare il proprio figlio che
sta per perdersi imboccando una strada solo
in apparenza semplice .
Parlare di Pinocchio ai bambini piace tanto. Non è un eroe
con la spada che compie azioni
entusiasmanti, avventure capaci di far trattenere il fiato ma è un
burattino di legno che sogna di trasformarsi in bambino . Sotto questa
“corteccia” c’è un personaggio
profondamente umano, buono, ingenuo e anche sensibile.
..”Si mette nei guai con le sue marachelle..” -Dice un
bimbo- E il solo modo che trova per
tirarsene fuori è raccontare bugie. –
Per non essere
rimproverato e punito ma, anche per non far dispiacere il “suo babbo”, persevera in questa sua caratteristica che si
manifesta palesemente con la metafora di un naso che si allunga ogni volta che
mente: forse a spiegare ai bambini che
gli adulti riescono sempre a comprendere che la menzogna è fisicamente
visibile? Ciascun bambino ha ritrovato
in questi interventi , un pezzettino di
se stesso.
La figura del Gatto e della Volpe rimane sempre
tra le preferite della storia di Collodi, forse perché si tratta di animali ma anche per il loro atteggiamento avveduto e scaltro; simpatici imbroglioni che si
approfittano del povero burattino. In diversi piccoli momenti del loro essere
bambini, ognuno rivela essere stato a volte un
po’ gatto e altre un po’ volpe.
Non tanti, ma un
discreto numero di bambini, ha trovato Lucignolo un “ forte”, un bullo, ha suggerito qualcuno enfatizzando un termine che ogni volta necessita precisazioni
doverose per impedirne un uso inappropriato. E in effetti, più che un “ bullo”,
una cattiva compagnia che non si deve prendere come esempio.
Per fortuna di Pinocchio, c’è il Grillo
Parlante..”- Qualcuno ricorda!
Lui che cerca
di metterlo in guardia, tenta di ricordargli che deve essere buono, fare il suo
dovere per non dispiacere il padre e per diventare un bravo bambino.
- Tu maestra, il
maestro e la bibliotecaria. La mamma, il papà, il sacerdote, i nonni, gli zii..
hanno specificato.-
Il momento dedicato all’analisi del grande
Mangiafuoco è stato uno dei più edificanti: -“ si è brutto, grosso e con un
vocione, ma poi alla fine non è cattivo.”. E’ stato questo il ritratto fatto da
un bambino, un profilo interessante che ha dato lo spunto per considerare
quanto spesso giudichiamo dalle apparenze, dall’aspetto fisico, dalle diversità
che ci spaventano facendoci allontanare dal conoscere come realmente una
persona può essere.
E anche in
questa sintesi abbiamo scoperto quanto e come i bambini vedano le diversità, in che modo le
osservano e le vivono. Stiamo parlando di bambini di una prima e di una seconda
elementare e forse l’approccio è stato
più “ pulito” , ingenuo ma sicuramente vero.
Le fiabe: patrimonio della
letteratura infantile..
e come
diceva lo scrittore Italo Calvino, sono VERE, ossia sono una spiegazione
generale della vita.
Nella loro
struttura narrativa, permettono di affrontare svariati argomenti sfruttando gli
elementi dei sogni, dei desideri e delle emozioni.
La fiaba è
uno strumento universale d’interculturalità intesa come mezzo attraverso il
quale il bambino può giungere alla conoscenza del mondo e interpretare la
realtà che lo circonda.
Attraverso
la fiaba possono essere espressi i
valori imprescindibili custoditi nella cultura di un popolo aiutando a
capire che dallo scambio di culture
diverse si può trarre un arricchimento senza rinunciare alla propria identità
culturale.
Infatti,
educare all’interculturalità significa
prendere come punto di riferimento la propria cultura per confrontarsi con le
altre e ricevere nuove condizioni.
Molti racconti fiabeschi esprimono
l’esaudimento dei desideri degli uomini, i quali, dopo aver superato gli
ostacoli che la vita presenta, vorrebbero vivere felici e contenti.
Leggere una fiaba ci porta un po’ a pensare che in fondo la
vita non è sempre così difficile da affrontare e allo stesso tempo ci induce a
scoprire quante potenzialità ciascuno di noi possiede, in misura e qualità
diversa, che, al momento giusto ciascuno sfodera per riuscire a far fronte alle intemperie
della vita. Nel vivere quotidiano, la conoscenza della fiaba può aiutare adulti
e bambini a sviluppare una buona capacità di equilibrio trovando in essa le
giuste motivazioni per affrontare
situazioni di paura, di inadeguatezza, di solitudine, mancanza di autostima,
sconfiggere stati di ansia: conquistando tale equilibrio, i vari aspetti della
personalità, affettivo, cognitivo, linguistico e sociale si svilupperanno in
maniera armoniosa.
Le fiabe hanno un po’, uno scopo terapeutico, quasi un aiuto a non farci sopraffare dalla disperazione,
perché si può sempre trovare una via d’uscita ; la vita dà sempre altre opportunità.