giovedì 10 agosto 2017



BAMBINI PROFUGHI E MIGRANTI: una realtà ANCHE NOSTRA!
In questa estate torrida tra le più calde da che la memoria ricordi tornando indietro alla prima metà dell’ottocento, continuiamo ad assistere in diretta a un dramma destinato a non finire con le vacanze:  lo sbarco  dei migranti che da qualche tempo riguarda anche noi isolani sempre un po’ in coda nel vivere alcuni eventi. Sono centinaia,  tanti, molti adolescenti e minori non accompagnati i poveri  naufraghi che approdano nei nostri porti. Sono parecchi i  morti in mare, i bimbi in lacrime  strappati alle loro madri e ora soli ad affrontare la vita in una terra che spesso non li vuole, che non ha spazi, non ha i mezzi, e forse  non “ ha  la volontà di accoglierli”.
Lasciarsi alle spalle una casa, una città, una cultura  devastata e svuotata da ogni contenuto, per andare incontro a mete sconosciute, a confini chiusi più da ideologie che da reali muri, diventa per tutti gli sfortunati protagonisti, un esodo che comincia al termine del logorante e umiliante viaggio della speranza  che hanno intrapreso.
Il confronto, l’accettazione e la convivenza diventano per questi esseri umani una prioritaria questione d’ interculturalità che investe in primo luogo i bambini e gli adolescenti il cui impatto integrativo è reso difficile da  un sistema di accoglienza non sufficientemente preparato per una serie di motivi politici, economici, logistici, culturali e integrativi.
Con buona pace di tanti, la sola umanità non è sufficiente ad affrontare l’arrivo “volontario” di un gran numero di persone che fugge via dai propri luoghi per motivi religiosi e politici. Fugge da una vita che non è vita.


Anche la nostra terra, splendida con i paesaggi dell’entroterra , con la sconfinata bellezza delle sue coste, oggi  si trova a dover affrontare  “Piani per l’accoglienza migranti”, pianificando interventi  tecnici e finanziari che tengano conto della specificità del territorio, delle strutture recettive in grado di accogliere, ma deve anche  far fronte alle varie esigenze dei suoi cittadini.



Il numero dei migranti è sostanzialmente aumentato anche in Sardegna; Nigeria, Bangladesh, Guinea, Costa D’Avorio e Gambia, Algeria, da qui arrivano stremati  nel fisico e nella mente, verso la costa sulcitana.
Così anche nell’isola  si  creano Centri di accoglienza  grazie ai contributi del fondo asilo migrazione e integrazione dell’Unione Europea. Vanno sempre aumentando distribuendosi  in varie zone sia interne che costiere.
Prima accoglienza, seconda accoglienza e mediazione, sono i momenti in cui migranti, i bambini e gli adolescenti devono necessariamente sostare:  identificazione, visite mediche, trasporto allestimento per una prima momentanea sosta nel luogo d’arrivo.
Poi si muovono  verso il secondo momento del  viaggio iniziato non certo in prima classe, neanche in "economy". Cammino  duro  durante il quale non hanno avuto di certo lo spirito di memorizzare nella "gallery" gli scatti più suggestivi del viaggio e i "selfie"  per immortalarsi con le splendide acque  di un mare che in fondo gli ha  "pure” risparmiati.
Si, certo, L’ACCOGLIENZA, forse una delle parole maggiormente usate e sentite di questi tempi. L’accogliere   dovrebbe  essere un’ azione  naturale per gli esseri umani, sentirla  senza stare troppo a polemizzare,  viverla come gesto incondizionato e non come gesto di difesa. Ma forse è proprio vero ciò che  si dice: “NON  ABBIAMO  LA  CULTURA DELL'ACCOGLIERE, NON  SIAMO  STATI  EDUCATI  A  FARLO” .
L’accoglienza, quella spontanea , è già integrazione. Un tiro al pallone, un ballo, una stretta di mano, un momento conviviale, è accoglienza, è integrazione che  non toglie niente a nessuno,  non rende  più poveri, ma migliori forse si.  Senza fare tanto buonismo, ma solo semplici gesti.
Eppure, laddove questa naturalezza è effimera, sterile, inesistente per motivi  anche giustificabili, si può intervenire se si ha la volontà di migliorare se stessi e il mondo in cui viviamo.


LA SCUOLA,  I BAMBINI,  I RAGAZZI!!




Sento spesso dire: ma, non ci dobbiamo preoccupare,  i bambini non hanno nessuna difficoltà ad accogliere e accettare chi è diverso da loro, fisicamente, culturalmente, ideologicamente. Personalmente non sono sempre d’accordo con  questa affermazione.
Al giorno d'oggi si vive sempre più all'interno di una società multietnica e variegata che mette di continuo in relazione culture e realtà differenti. Ma, il processo di integrazione non è sempre facile e immediato neppure tra i bambini. 
Portano  con se un patrimonio di idee, concetti e preconcetti che vengono direttamente dall’atmosfera  di cui sono circondati in casa. Ciò che ascoltano e  sentono dagli adulti, gli atteggiamenti che osservano, le idee, i principi portati avanti vengono fatti  propri e utilizzati all’occorrenza. I bambini sono tali poiché non hanno capacità di filtrare ciò che hanno assorbito e lo sfoderano  nel momento in cui si devono difendere, in cui vogliono sentirsi grandi, importanti, nell’attimo in cui si sentono fragili e si liberano dei  disagi accumulati.
Per preparare le generazioni future ad accogliere nel migliore dei modi i cambiamenti che la società di oggi impone, è necessario insegnare loro fin dalla tenera età, in famiglia, a scuola, all’oratorio, al campo estivo, nello sport, a convivere con delle realtà differenti dalla loro, ad accettarle e confrontarsi civilmente.
Questo significa che i bambini vanno comunque  guidati in ogni scelta, vanno accompagnati all’apertura  verso un mondo  presentato loro come diverso, quindi da tenere lontano,  pericoloso perchè sconosciuto, spesso maturando una forma di odio contro chi viene a invadere la loro terra “ rubando lo spazio, il lavoro, la vita”.
Ecco allora che diventano importanti i  PROGETTI  che la scuola propone con attività ricreative, sportive, ludiche, formative, di scambio culturale,  che accolgono e includono senza troppe forzature ma coinvolgono  un po’ tutti, i cittadini, le famiglie e le istituzioni.  Ciascuno può diventare un "mediatore culturale", organizzando una partita di calcio, una danza tradizionale, una musica, un pranzo, mettendo a disposizione ciò che può offrire integrando così le culture di ognuno per un arricchimento reciproco.

Oramai  con  le vacanze estive siamo in discesa. Le giornate al mare, le escursioni, i viaggi, le attività diverse che tutti in estate ci concediamo, ci stanno ricaricando per affrontare un nuovo anno scolastico che si prevede intenso e ricco di novità, conoscenze, approcci a nuove realtà. Nel frattempo ci rimane ancora qualche settimana per proporre ai nostri bambini alcune valide letture che affrontano il tema delicato e difficile dei bambini migranti, dei ragazzi in fuga dalla miseria e dalla guerra. Ho trovato interessanti e valide alcune letture.

Ecco i titoli di libri illustrati dedicati al tema della multiculturalità. I temi raccontati sono le tradizioni, i costumi, i sogni e le difficoltà dei bambini di tutto il mondo trasposti in storie simpatiche e toccanti adatti un po per tutti.

         IL VIAGGIO

 Con sensibilità e rispetto un’illustratrice e graphic designer cagliaritana emigrata in Svizzera, ha affrontato in questo albo illustrato questi argomenti.
Realtà e fantasia dialogano armonicamente grazie ad un riuscito equilibrio stilistico costruito intorno a costanti rimandi e suggestioni metaforiche tra parole e immagini.
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 -          A BRACCIA APERTE. STORIE DI BAMBINI MIGRANTI

 Questa è la storia di Alex, che fuggì da Sarajevo; di Gina, che emigrò negli Stati Uniti; dei due fratellini haitiani adottati; del piccolo Hazem, che dalla Siria arrivò in Germania; del giovane Hailè, giunto in Italia dall'Eritrea; della famiglia di Ferrara che trovò riparo in Svizzera; di Claudia, la piccola rom; di Casimiro, che viaggiò dalla Polonia a Milano in un TIR; di Emanuele, che ora vede la sua Napoli solo alla TV; di Shaira, che cercava un luogo pacifico dove far nascere il suo bambino; di Marika, la timida albanese, che in Italia ha trovato una nuova amica; di Timo, il gatto sbarcato a Lampedusa... Età di lettura: da 6 anni. a cura di M. Salvi, illustrazioni di C. Spanò

     YUSUF E’ MIO FRATELLO 

 della collana mondadoriana “Oscar Primi junior”. L’autrice  Pina Varriale sposta  la narrazione dalle vicende tortuose e drammatiche della fuga, del viaggio e infine dell’approdo/sbarco, alla successiva fase dell’inserimento dei giovani profughi e migranti nella nuova realtà, urbana e scolastica.
E’ la storia di un profugo siriano “minore non accompagnato”, dai vissuti dolorosi e spaventevoli, all’interno di uno scenario scolastico dinamico e ricco di ingredienti (amicizia, solidarietà, gelosie, discriminazione).



         IL SOGNO DI YOUSSEF



 è una storia “favolosa” di amicizia e separazione tra due bambini, una storia sul perdersi e ritrovarsi, sul sentirsi sospesi e “in bilico” come suggeriscono le figure rarefatte ed eteree di Sonia M.L. Possentini.

         SOGNI AL DI LA’ DEL MARE. STORIE DI MIGRANTI TRA REALTA’ E FANTASIA

 Storie un po'vere, un po' romanzate, a volte dolorose, a volte buffe e gioiosamente aperte a un lieto fine. Storie che prendono spunto dalla cronaca e che spesso hanno protagonisti bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Storie che riguardano sogni: fuggire dalla guerra, trovare una nuova casa, mettere in salvo la propria famiglia, riunirsi ai propri cari. Età di lettura: da 8 anni.






-  S.O.S. UOMO IN MARE 

(sottotitolo L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi si racconta a Daniela Morelli,
Dalla collaborazione tra una giornalista e un capo di Stato Maggiore della Marina italiana è nato il volume della collana per ragazzi “a tu x tu” di Giunti junior, una lunga intervista-conversazione con il celebre ammiraglio che ampio spazio riserva alle storie di salvataggio di profughi e naufraghi nel Mediterraneo.








PER I PIU’ GRANDI

-       -    NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI


...e nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo. Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l'incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l'Iran, la Turchia e la Grecia. Un'odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l'ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso. Enaiatollah ha infine trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età. Questa è la sua storia.




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