mercoledì 17 agosto 2016



"Spezzate i vostri limiti, fate saltare le barriere, muovete la vostra volontà, pretendete la libertà come diritto, siate quello che volete essere. Scoprite quello che amereste fare e fate il possibile per raggiungerlo.” 

                      
                                                                                  Richard Bach


       Richard Bach è lo scrittore americano che nel 1970 pubblicò un romanzo breve, una sorta di novella lunga, che lo ha reso celebre in tutto il mondo: Il gabbiano Jonathan Livingiston.
Seguendo alcuni elementi caratteristici della fiaba, “Il gabbiano Jonathan Livingston” è un piccolo romanzo, una piccola storia da leggere in meno di un pomeriggio. Pagina dopo pagina insegna a spiccare il volo per conoscere finalmente se stessi.

L’atmosfera che si respira questi giorni ogni qualvolta si accende la tv, si curiosa nei social network, si legge un quotidiano, mi ha volutamente accompagnato alla scelta di questo bellissimo libro che  parla di passione   e di desiderio di libertà, due componenti che ritrovo splendidamente rappresentate nel grande momento che lo sport sta vivendo a livello mondiale. L'evento sportivo dei Giochi olimpici  con le entusiasmanti competizioni tra i migliori atleti del mondo ci mostra bellissime discipline sportive praticate nei cinque continenti;   nel corso delle gare abbiamo avuto modo anche  di cogliere tutta una serie di appassionanti impressioni, il sacrificio, la determinazione, la lealtà, l’umiltà, la gioia della vittoria, la delusione, lo spirito di squadra, il rispetto, l’altruismo, la gioia di vivere e l’entusiasmo, che, come per il gabbiano, sono  le chiavi d’accesso alla realizzazione dei propri sogni, alla soddisfazione dei desideri,  all’universalità della convivenza civile nello spazio e nel tempo. 

In fondo ciascuno di noi ha qualcosa del Grande Gabbiano, almeno per quell’infinita idea di libertà senza limiti che spesso ci consente di volare.

La storia ruota intorno alla vita di Jonathan Livingston, dai suoi primi esperimenti acrobatici fino al raggiungimento della perfezione. 
Jonathan Livingston è un gabbiano dello Stormo Buonappetito. A differenza dei suoi compagni, la passione vera di Jonathan Livingston è quella per il volo in sé e per sé e non come un mero strumento utilitaristico per procurarsi il cibo, come avviene per gli altri gabbiani. Se in un primo momento, per il timore di essere diverso dagli altri membri dello Stormo, Jonathan reprime la propria passione, in seguito egli decide di dedicarsi al volo con metodo ed esercizio costante, al prezzo di grandi sacrifici. Jonathan diventa così un asso del volo, in grandi di compiere straordinarie acrobazie ma...
Mentre per gli altri gabbiani sono sufficienti le nozioni di volo che possiedono, per Jonathan  non è cosi, lui vuole eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia cosi come gli 
atleti che sudano mettendo anima e corpo  per la  ricerca della prestazione perfetta, gioiscono e piangono esprimendo con  volti e gesti  trasformati dalla fatica tutta la passione per la loro specialità sportiva. 



“Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola.”
Quest’ultima frase  del gabbiano, mi riporta ad un altro celebre romanzo:
«Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.»
                                     ( Il piccolo Principe )


                                                                    

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