martedì 21 luglio 2015

I  LIBRI :  PANE QUOTIDIANO
“ I BAMBINI  PENSANO    GRANDE”
 di Franco Lorenzoni.

Il programma televisivo di approfondimento culturale, “ Pane quotidiano”  del palinsesto di Rai tre, condotto dalla giornalista Concita De Gregorio, ha percorso anche questa stagione televisiva un viaggio  con tappe quotidiane, alla scoperta dei fatti, delle storie, dei libri che cambiano il paese. In questo interessante quanto emozionante percorso si è avuto modo anche di conoscere i protagonisti e le motivazioni che si delineano a volte silenziose, altre ridondanti, dietro agli eventi,   alle storie semplici o complicate,  raccontate con entusiasmo e passione .  Ascoltare la voce degli autori, spesso  cauta e intrisa delle medesime sensazioni provate  nello scrivere il proprio  racconto,  è stato di certo un momento di arricchimento per il pubblico nello studio, ogni giorno diverso e speciale, studenti di licei, università, accademie d’arte e musicali,  attenti, e protagonisti con le loro domande curiose e osservazioni critiche.


E’ in una di queste rubriche che Franco Lorenzoni, maestro elementare di un paesino dell’Umbria, coordinatore della Casa Laboratorio di Cenci, (Amelia),ha presentato un suo libro, dal titolo “ I bambini pensano grande”, in cui racconta la sua avventura pedagogica  basata sulla meraviglia della scoperta.


E’ il diario di una anno di scuola,una storia sentimentale di un rapporto lungo e intenso che finisce dopo un intero ciclo elementare. E' la fine di un'avventura che il maestro ha vissuto con i suoi alunni per ben cinque anni, raccontata con l'amore caldo di un maestro che già avverte quanto quei bambini che ha "custodito"gli mancheranno. Un ciclo che si chiude, la tappa finale  di   un viaggio durato cinque anni   in cui  ciascuno allievo è stato protagonista di una ricerca  e di un apprendimento cooperativo, di  un percorso comune  in cui hanno cercato di dare forma al mondo, e in cui lui ha assistito a tante prime volte per i suoi bambini.
Nell'accostarsi ai grandi temi e ai grandi linguaggi della vita, dalla filosofia al teatro, i bambini di Lorenzoni ripercorrono l'evoluzione della cultura umana, facendoci capire che i bambini sono piccoli, ma possono pensare in grande.

QUESTE   LE PAROLE  CHE  MEGLIO  PRESENTANO  IL  LIBRO, LE SUE:
«Ho desiderato raccontare un anno di vita di una quinta elementare del piccolo paese umbro dove insegno da molti anni perché ascoltando nascere giorno dopo giorno parole ed emozioni, ragionamenti, ipotesi e domande, che emergevano dalle voci delle bambine e dei bambini con cui ho lavorato per cinque anni, ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a scoperte preziose, che ci aiutano ad andare verso la sostanza delle cose e verso l’origine più remota del nostro pensare il mondo».

PERCHE’ INSEGNANTI E GENITORI DOVREBBERO LEGGERLO ?

Perché contiene indicazioni concrete per un insegnamento innovativo, in cui l'ascolto diviene importante per dare dignità ai pensieri dei bambini  ai quali va sempre restituito ciò che pensano delle cose, ricordando che, proprio in questo periodo della loro vita, essi incontrano ogni cosa  sempre una prima volta. Nel diario, la spontaneità dei bambini diviene  poesia,  ma allo stesso tempo non vi è l’esaltazione del mondo incantato dell’infanzia. Infatti il maestro affronta con loro temi e argomenti  forti ma frequenti, come la perdita, la malattia,l'esclusione, il disagio, e ne discutono parlandone, dando voce alla gioia e al dolore, ritenendo che è importante   dare sempre un senso a ciò che accade intorno a loro. Significativa quanto toccante, è la parte in cui i bambini della scuola vivono con estremo dolore la drammaticità della scomparsa di uno di loro, un qualcosa che  spesso coinvolge da vicino. Così, il maestro, dopo lunghe meditazioni personali e collegiali, su come trattare questo lutto, per riuscire a rielaborarlo e conviverci, racconta loro niente di meno che il Mito della caverna di Platone ( vi invito a rileggerlo).
In seguito, gli conduce  in una caverna e intorno ad un fuoco,  uniti dal medesimo dolore, esternano i loro sentimenti, rielaborando ciò che il mito ha suggerito  . Riescono così a portar fuori la loro vulnerabilità imparando a stare dentro la sofferenza e a viverla perchè comunque nessun adulto può farlo per loro.  Con il  suo intenso lavoro di registrazione dei vari momenti vissuti con i suoi alunni nel corso dell'anno scolastico, l'autore vuole sottolineare non solo che ai bambini deve essere restituito  sempre ciò che essi dicono e fanno sotto diverse forme, ma soprattutto  che essi sono in grado di misurarsi in cose grandi. Anche il teatro per esempio, per lui è una scuola di vita e mi ha colpito    la definizione di uno dei bambini: "il teatro è come essere in due mondi; sei te, sei quello che sei e quello che non sei". Questo rivela il senso della crescita insieme alla consapevolezza che comunque hanno bisogno dei grandi per diventare grandi; hanno  bisogno di noi, insegnanti, genitori, educatori, che devono riuscire a portare fuori da ognuno, se stesso educandoli alla  vulnerabilità,alla bellezza e  all'attesa.
  Continuo con le parole di   Giuseppe Bagni   dalla rivista INSEGNARE:              
Il  libro di Lorenzoni mi ha fatto capire a fondo le sue parole: la difficoltà di affrontare un giorno di scuola sapendo che se sbagli non ci sarà più un giorno identico in cui potrai rimediare. Rifare per fare meglio. Ogni volta che Franco esce di classe è un "dopo la scuola" che si colora come un prima del giorno di scuola successivo. Quello in cui riprendere il già detto per dirlo meglio, rimediare alla risposta impaziente data all'alunno, riprendere la ricerca della chiave giusta per scardinarne le resistenze ed entrare in sintonia. Per conquistarsi uno spazio accanto a lui. Tutti gli insegnanti sanno che la storia della scuola è anche quella della ricerca del modo per aprire i sacchetti di plastica in cui si sigillano tanti alunni per attraversare incontaminati il tempo della scuola. Quanta fatica per fare a brandelli quei sacchetti! Quante strade provate prima di trovare quella giusta.  Questo travaglio che toglie il sonno, Franco Lorenzoni non perde tempo a dichiararlo, ma sceglie di testimoniarlo facendone una chiave implicita di lettura del libro. 
I percorsi nelle scienze, nella storia, nell'arte; l'uso del teatro per capire e immedesimarsi; le conversazioni collettive da dove nascono frasi di un'intensit
à sorprendente (i bambini pensano grande..) che sono un testo nel testo, sono gli elementi che tutti insieme fanno la scuola di Franco e scandiscono il crescere dei suoi bambini. Colpisce in particolare la poesia di alcune pagine che attraverso poche immagini forti riescono a racchiudere il senso di settimane di lavoro. Un modo di scrivere non solo bello ma anche estremamente efficace.



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